Capire la dottrina sociale della chiesa: solidarietà e sussidiarietà

Il periodo che stiamo vivendo, di forte crisi internazionale, tocca tantissime persone e tanti “enti”, tra i quali la Chiesa Cattolica, se così lo possiamo definire. Come, il Vaticano, vede la crisi finanziaria internazionale e come, i cattolici, dovrebbero affrontare la varietà di questioni economiche e sociali che si trovano di fronte?

Per affrontare queste domande ci sono due “strumenti” da poter utilizzare, ovvero la solidarietà e la sussidiarietà. Entrambi sono degli aspetti del secondo comandamento, ovvero quello di amare il nostro prossimo come noi stessi.

La solidarietà è la nozione che ci porta a considerare tutti come nostri vicini: le persone in fondo alla nostra strada, le persone del nostro paese, tutto il mondo. Non possiamo, come cristiani, dire “mi prendo cura di me stesso e non mi preoccupo del mio povero vicino di casa”. Allo stesso modo, non possiamo, come cristiani, dire “mi prendo cura dell’Italia, non mi preoccupo per i poveri del Terzo Mondo”. I confini internazionali non devono frenare il nostro bisogno di amare il prossimo.

La sussidiarietà è altrettanto importante. E’ l’idea che i problemi dovrebbero essere risolti al livello più piccolo e più intimo possibile. Ad esempio, lo stato non dovrebbe essere la soluzione a problemi che i comuni possono essere in grado di risolvere, così come i comuni non dovrebbero essere la soluzione dei problemi che le comunità interne possono risolvere,  e così via. Questo è un altro aspetto della carità. La carità non è una burocrazia senza volto che distribuisce i soldi delle tasse. Deve essere in realtà un’anima che esibisce l’amore per Cristo. Questo significa anche che i nostri obblighi morali non si esauriscono alla famiglia, ma dovrebbero espandersi anche al quartiere, alla comunità, alla città, allo stato e al pianeta intero.